domenica 18 maggio 2025

New Acoustic Music, il ricordo di un grande Festival

Nel settembre 2017, al termine della venticinquesima edizione del NAM, Pietro Previti scriveva su Magazzini Esistenti: «A rendere unico il festival della cittadina abruzzese è, oggi come ieri, la vicinanza ed il contatto che si crea tra artisti e spettatori nel rispetto di una “dimensione umana” sempre più difficile da rinvenire nelle altre rassegne estive. Caro NAM, non resta che augurarti lunga vita…».
Purtroppo, ci troviamo a Vasto e le cose belle, in particolare quelle manifestazioni che hanno veramente un senso, sono destinate a finire presto… troppo presto.
Due anni più tardi, dopo la straordinaria edizione del 2018, con la partecipazione di Lydia Lunch Big Sexy Noise, Jacqui McShee e Kevin Demspey, nell’agosto del 2019 l’Arci di Vasto dirama il seguente comunicato:
«L’ARCI di Vasto porta a conoscenza di coloro che ci hanno seguito fedelmente negli anni e di tutti gli appassionati di musica, che quest’anno l’edizione del New Acoustic Music Festival non si svolgerà, per la prima volta dopo 26 intensissimi anni. Le ragioni? Qualcuno dirà che il trend vastese di iniziative e festival annullati, interrotti e in via di sparizione temporanea o definitiva continua a fare vittime, ma nel caso del NAM dobbiamo sottolineare come questo sia dipeso da evidente disattenzione e disinteresse da parte dell’Amministrazione Comunale, intestataria storica del festival, che da oltre 10 anni oramai destina a questo appuntamento, che era il più duraturo in assoluto di sempre tra gli eventi vastesi, una cifra neanche sufficiente alla copertura delle spese di amplificazione».


Il tempo (ormai siamo nel 2025), ed il disinteresse totale dell’Amministrazione Comunale, ha sancito la definitiva morte del NAM.
Da un po’ di anni a questa parte, a Vasto c’è la ferma convinzione che le cose belle sono destinate a morire presto. Rimanendo nel campo della musica, tanto per fare un altro paragone eccellente, possiamo ricordare come è stata buttata alle ortiche l’unica vera manifestazione che abbia avuto una risonanza internazionale: il Siren Festival. Per anni le riviste specializzate di musica ed i vari quotidiani nazionali hanno parlato ed inserito il Siren tra i più belli in Italia. Dal 2014 al 2021 hanno calcato i vari palchi del Siren nomi del calibro di The National, Mogwai, Verdena, James Blake, Colapesce, Editors, Calcutta, Cosmo, Joan Thiele, Motta, The Thurstone Moore Group, The Notwist, Baustelle, Cabaret Voltaire, Ghali, Carl Brave e Franco 126, Trentemoller, P.i.L., dEUS, Myss Keta, Lucio Corsi, Iosonouncane e tanti altri.
Vedere oggi la pubblicità dell’evento spostato a Cagliari fa veramente male.
A Vasto siamo abituati ai grandi proclami, come per il Jova Beach Party ed i tanti soldi spesi per sistemare l’area e tombare Fosso Marino, la cui area avrebbe dovuto accogliere grandi eventi. Quali? Li stiamo ancora aspettando! Così come il rientro d’immagine per la realizzazione di un concerto di tale importanza. Tutto dimenticato! Da qualche anno a questa parte fanno solo notizia i tanti concerti dei big organizzati a Lanciano e Termoli. Non fa eccezione la stagione estiva 2025.
Ma torniamo al NAM. Il New Acoustic Music Festival nasce nel 1993 grazie ad una piccola associazione formata da persone accomunate dalla passione per la musica: Gli amici di Kurtz. L’idea era quella di portare a Vasto un pezzo di storia della musica folk-rock, soprattutto degli anni Settanta. «L’abbiamo chiamato New Acoustic Music Festival – ricordava Lino Salvatorelli, storico Patron del Festival, in un’intervista a Zonalocaleperché, nonostante fossero protagonisti artisti già affermati in quegli anni, stavano sperimentando e proponendo nuove sonorità”.


Il NAM sin dalle origini è stato volutamente un festival di nicchia, non per tutti, lontano anni luce dalla musica “commerciale”, rimanendo fedele alla propria identità attraverso suoni ed autori marginali al grande show business, ma in perfetta sintonia con l’arte di fare musica e di comunicare ad un pubblico che ascolta.
«L’idea di new acoustic – scriveva F. Spinola nel 1993 – non consiste in un genere che voglia riscuotere semplici consensi da parte del pubblico anestetizzato dalle innumerevoli proposte esistenti ma, in profondità, ambisce a lanciarsi come fenomeno sensibilizzato e sensibilizzante riguardo ad una cultura che trova la sua giustificazione d’essere nell’armonia con le cose e non nel predominio su di esse».
Sono oltre cento gli artisti che, negli appuntamenti invernali ed estivi, hanno calcato i palchi vastesi come il Teatro Rossetti, il Politeama Ruzzi, l’Arena alle Grazie e, nelle ultime edizioni, i Giardini d’Avalos. Palchi importanti che hanno mantenuto intatto lo spirito del Festival, ovvero quello di voler mantenere il contatto stretto tra l’artista ed il pubblico senza l’utilizzo di alcuna transenna.
Dopo aver raccolto l’eredità dell’associazione “Amici di Kurtz”, che ha ideato e organizzato il festival nei primi anni, il circolo ARCI di Vasto ha tenacemente portato avanti la manifestazione, grazie al contributo di alcuni enti istituzionali, ma non senza difficoltà.
Lino Salvatorelli, Panfilo D’Ercole e tutti gli altri volontari che si sono spesi per la buona riuscita delle manifestazioni, con orgoglio possono affermare e vantarsi di aver portato a Vasto artisti del calibro di Joe Henry e Ben Vaughn Group (1993), John Renbourn e John Martyn (1994), Butch Hancock, Dave Alvin, Peter Case, Terry Allen e Loose DiamondsTom (1995), Suzanne McDermott e Tenores Di Bitti (1996), David Thomas & The Two Pale Boys (1997), Peter Hammill & Stuart Gordon (2000), John Hammond (2001), Bert Jansch e The Acoustic Strawbs (2002), Tony McPhee (2004), John Renbourn & Jacqui McShee (2005), Elliott Murphy (2006), Fairport Convention (2007), Dufus (2009), Eric Bibb e Robyn Hitchcock (2010), Evan Lurie (2013), Hugo Race, Mick Harvey e Flavio Giurato (2015), Lino Capra Vaccina e Roedelius (2016), Fausto Rossi, Paul Roland, John Greaves e Annie Barbazza (2017), Lidia Lunch, Jacqui McShee & Kevin Demspey (2018) e tanti altri.
Il NAM, così come il Siren, per anni ha offerto una proposta culturale e musicale di elevato spessore e… più passano gli anni, più ne sentiamo una grande mancanza.

Sono anni che non cambia niente
tutto è chiuso in un sacco a pelo
con un dito quante macchine ho fermato
quanti stop alle frontiere ho sopportato

Degli Stones amavo Satisfaction
e dei Doors come on baby light my fire
ascoltavo Penny Lane per ore ed ore

Mi ritorna l'eco dei concerti
mi ritorna l'acqua dentro il sacco a pelo
tutt'intorno i fuochi ormai si sono spenti
non resta che un pallido colore
...la musica muore


(da “La Musica Muore” di Franco Battiato)







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