Oltre settemila visualizzazioni su YouTube per il video di “In Porta Vado io”, il nuovo singolo firmato da Michele Bellano.
Scritto e diretto da Andrea Sicuso, con le coreografie di Michele Di Spalatro, il videoclip si avvale della presenza degli attori Luigi Di Paolo, Raffaele Riccio, nei panni del Giudice, Alex Crisci, Gabriella Bellano, Michele Di Spalatro, Vincenzo Delli Carri e Francesco Gallo, oltre alle ballerine della Compagnia Orizzonte Teatro.
“In porta vado io”, spiega Michele Bellano, giovane cantautore di Cupello, “nasce da una delle metafore più grandi della vita. La porta, intesa come opportunità, intesa come porta sbattuta in faccia o come porta che si spalanca all'improvviso regalandoci un sogno. Porta vista anche in senso calcistico. Vista come in una partita di calcetto tra ragazzini, su di un campo malandato di un oratorio, dove nessuno vuole andare in porta, tutti vogliono essere il fantasista, l'attaccante che segna e che sale agli onori della cronaca per la sua prodezza, per aver regalato la vittoria alla propria squadra. In porta vado io nasce anche dalla frenesia di questa società, dove tutti vogliono tutto senza aver dato nulla in cambio. Dove si vuole essere sul punto più alto della propria strada, senza averla prima percorsa, passo fondamentale che ci permette di conoscere fino in fondo ogni dettaglio, che ci permette di restare sul punto più alto senza vertigini, con la certezza di essere all'altezza del ruolo che copriamo”.
Scritto e diretto da Andrea Sicuso, con le coreografie di Michele Di Spalatro, il videoclip si avvale della presenza degli attori Luigi Di Paolo, Raffaele Riccio, nei panni del Giudice, Alex Crisci, Gabriella Bellano, Michele Di Spalatro, Vincenzo Delli Carri e Francesco Gallo, oltre alle ballerine della Compagnia Orizzonte Teatro.
“In porta vado io”, spiega Michele Bellano, giovane cantautore di Cupello, “nasce da una delle metafore più grandi della vita. La porta, intesa come opportunità, intesa come porta sbattuta in faccia o come porta che si spalanca all'improvviso regalandoci un sogno. Porta vista anche in senso calcistico. Vista come in una partita di calcetto tra ragazzini, su di un campo malandato di un oratorio, dove nessuno vuole andare in porta, tutti vogliono essere il fantasista, l'attaccante che segna e che sale agli onori della cronaca per la sua prodezza, per aver regalato la vittoria alla propria squadra. In porta vado io nasce anche dalla frenesia di questa società, dove tutti vogliono tutto senza aver dato nulla in cambio. Dove si vuole essere sul punto più alto della propria strada, senza averla prima percorsa, passo fondamentale che ci permette di conoscere fino in fondo ogni dettaglio, che ci permette di restare sul punto più alto senza vertigini, con la certezza di essere all'altezza del ruolo che copriamo”.
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