L'Aborigeno
(Umberto Palazzo - Marcelli/Petrelli/Palazzo)
Umberto Palazzo e Il Santo Niente – La vita è facile, CD, 1995
Come
certe specie di animali l’aborigeno viene fuori solo nei giorni di sole.
Passa correndo sulla riva, controluce nel tramonto.
Oppure ci raggiunge in quella che consideriamo la nostra porzione della
spiaggia.
Che sia luglio o dicembre indossa solo il costume da bagno ed è tutto muscoli,
abbronzatura e capelli neri.
Ha superato i quaranta da un numero non quantificabile di anni e nelle giornate
d’inverno se ne sta silenzioso e sorridente a guardare come alziamo invano i
baveri delle giacche a vento per proteggerci dal freddo.
D’estate lo vediamo di meno: sparisce un poí, nel caos.
Ogni tanto prende a botte qualcuno perché va in fissa con una donna e perché ha
le palle blu dall’astinenza.
Ma a volte dà quasi l’impressione di essere in uno stato d’estasi come uno che
è sceso a patti col destino.
Soltanto da poco ho capito che se abitasse in una grande città delle pianure o
delle colline l’aborigeno sarebbe un barbone: una particella grigia di sporcizia
urbana.
Un niente.
Un nulla.
Però l’aborigeno è un uomo fortunato e in una certa maniera anche saggio: ha
consacrato la sua follia al mare invece che all’immondizia e il mare lo ha
salvato.
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