Gianluca Sulli, Marco Salcito – Scaramouche, CD, 2010, Wide Classique
Gianluca Sulli (clarinetto) e Marco Salcito (chitarra) sono due musicisti eccellenti che svolgono un’intensa attività concertistica in Italia ed all’estero sia come solisti che in diversi gruppi di musica da camera. Il loro incontro nasce dalla voglia di mettere a frutto le loro singole esperienze artistiche per creare un duo nel quale diversi stili e linguaggi musicali si fondono, reinventando il repertorio per questa inedita e affascinante formazione. 
Il programma messo in piedi dal duo unisce idealmente due culture distinte: quella sudamericana, rappresentata dai compositori brasiliani del ‘900 Radamés Gnattali e Heitor Villa-Lobos, con quella europea di Raffaele Bellafronte e dell’interprete e compositore Marco Salcito. “Ciò che accomuna queste pagine musicali, apparentemente così lontane fra loro”, si legge nella presentazione, “è da un lato l’irresistibile attrazione dei musicisti europei nei confronti della cultura carioca, dall’altro le affinità di quella cultura con quella dell’Europa mediterranea relativamente alla ricchezza dei ritmi, dei colori strumentali, delle armonie, prodotti in entrambi i casi da sincretismi culturali: soprattutto elementi africani ed europei in Brasile; latini, africani, arabi e di area balcanica nel Mediterraneo”. 
Tra le composizioni presenti nel CD troviamo “Scaramouche” di Darius Milhaud, “Suite Retratos” di Radamés Gnattali, “Melodia Sentimental” di H. Villa-Lobos, tutti e tre con arrangiamenti e trascrizioni di Marco Salcito. Ed ancora la “Suite n.1” di Raffaele Bellafronte e “Arzachena”, dello stesso Salcito. “Arzachena è una cittadina della costa nord della Sardegna che ha ispirato questo brano”, si legge all’interno del libretto, “Il vento che puntualmente sferza queste coste porta con sé echi lontani di popoli diversi: la vicina Francia, la Spagna, il Marocco, le sponde meridionali, confluiscono in questa isola misteriosa posta al centro del Mediterraneo. In questo crocevia di modalità, tonalità, compas e ritmi ancestrali le culture si fondono espandendosi e giocando fra loro per poi dileguarsi appena il vento, veloce ed impetuoso come era giunto, sparisce lasciando nell’aria calda, un intenso profumo di mirto”. 
Registrazione e missaggio a cura di Francesco Apolloni presso il PIMS Studios di Vasto.  




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