Ci sono necessità che non possono essere procrastinate; quando tutto quello che vedi di giorno in giorno è sangue, paura, macerie, gente in fuga e al fronte e ti sembra tutto così ingiusto, alzi la testa per reagire a questa raffica di pugni nello stomaco. La reazione di un cantautore è scrivere una canzone, che arriva direttamente dell’anima lacerata da tanto, inutile, dolore. Ed ecco “NON FARE IL CREMLINO”; una canzone che fissa in maniera indelebile questo angolo di presente che non avremmo mai voluto vivere.
“Non avrei mai voluto scrivere questa canzone e invece eccola qui”, scrive Fabio Falcone sui social, “È molto difficile trattare di questi argomenti, delle schizofrenie umane, restando al di sopra delle parti e soprattutto facendo poesia ma in questo caso non ho scelta. Noi cantiamo emozioni e le emozioni non le controlli. Ho la fortuna di avere due nonne di quasi 100 anni che hanno vissuto la seconda guerra mondiale. Nonna Maria nel 1944 ha visto la sua casa bombardata e rasa al suolo dal nemico, quindi profuga, è fuggita insieme agli abitanti del paese trovando ospitalità in altre parti d’Italia, aveva 14 anni. Me lo racconta da quando ero bambino, come fosse un incubo ancora vivo dentro di lei. L’altro giorno abbiamo chiacchierato a lungo, mi ha trasmesso coraggio, il coraggio di chi sa ... e alla fine mi ha detto questa frase: Non basta avanzare con i carri armati per vincere una guerra. Quelle parole sono diventate una canzone”.
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